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giovedì 15 ottobre 2015

RECENSIONE: "LA GEMELLA SILENZIOSA" DI S. K. TREMAYNE

Buongiorno lettori! Oggi finalmente ho terminato la recensione de La gemella silenziosa di S. k. Tremayne. Senza preannunciarvi qualcosa sulla suddetta, ringrazio moltissimo la casa editrice Garzanti, sempre molto disponibile e cortese. Il libro è stato divorato e non vedo proprio l'ora di cimentarmi nella lettura degli altri due inviatomi. Detto questo, vi lascio alla recensione! :)


Titolo: La gemella silenziosa

AutoreS. K. Tremayne
Editore: Garzanti
Prezzo: € 16,90

A Sarah piace il silenzio assoluto della sera che avvolge l'isola di Skye. Le piace muoversi piano nella penombra e accarezzare delicatamente i biondi capelli della sua bambina di sette anni, Kirstie, che si è appena addormentata. Mentre osserva le sue manine che stringono il cuscino, Sarah ripensa a quando quelle mani si stringevano a quelle, identiche, della sorella gemella Lydia. Niente le distingueva: stesse lentiggini, stessi occhi azzurro ghiaccio, stesso sorriso giocoso. Ma, un anno prima, Lydia è morta improvvisamente e ha lasciato un vuoto così grande che ha costretto Sarah e la sua famiglia a fuggire da tutto e da tutti su quell'isola spersa nel mare di Scozia. Lì, tra scogliere impervie e cieli immensi, Sarah sente che lei, la bambina e suo marito Angus potranno forse ritrovare la serenità. Eppure, mentre si avvicina l'inverno, Kirstie è sempre più strana. Diventa silenziosa, riflessiva, improvvisamente interessata a cose che prima non amava. Sempre più simile a Lydia, la gemella scomparsa. Quando un giorno si scatena una violenta tempesta, Sarah e Kirstie rimangono isolate. Nel buio, col solo mugghiare del vento ad ascoltarle, Kirstie alza gli occhi e sussurra: «Mamma, perché continui a chiamarmi Kirstie? Io sono Lydia. Kirstie è morta, non io». Sarah è devastata e il tarlo dell'errore comincia a torturarle l'anima. Cos'è successo davvero il giorno in cui una delle gemelle è morta? È possibile che una madre possa non riconoscere sua figlia?


VOTO:


★★★★





RECENSIONE.

La gemella silenziosa è, a mio parere, un romanzo travolgente e angosciante. Fin dai primi capitoli si è proiettati verso una situazione familiare incredibilmente tragica. Sarah e Angus, marito e moglie, progettano il trasferimento in un'isola scozzese - Torran - ereditata dalla nonna di lui, a causa di un fallimento economico. Che siano costretti a vendere la loro bella casetta borghese di Camden, però, non è il problema minore. I due coniugi hanno ancora il peso di un lutto sulle spalle: Lydia, una delle loro gemelline.Prima di trasferirsi, però il libro comincia a presentare tratti inquietanti, manifestati dalla gemella sopravissuta, Kirstie:

Perché continui a chiamarmi Kirstie? Kirstie è morta. Mamma, io sono Lydia, è stata Kirstie a morire.” 

Insomma, mentre leggevo questo libro, di sera e con soltanto con una misera lucina portatile ad illuminarmi le pagine, ho sentito la pelle d'oca. Comunque. Episodi come questo sono molto diffusi fra i capitoli e ognuno ha una propria, studiata utilità; inoltre diventeranno il perno della narrazione, ciò che insidierà nelle menti della madre - voce narrante - talmente tanti dubbi e terrore da rasentare la follia. Più volte. Sarah all'inizio è felicissima di poter ricominciare, di tentare una nuova vita in mezzo alle acque e brughiere scozzesi, ma piano piano questa infatuazione per questa terra si trasforma in disgusto, ribrezzo. Questo perché Sarah ha paura; paura degli scricchiolii della casa e della sua riluttanza ad essere ristrutturata con facilità, paura dei fantasmi del passato... addirittura paura del marito e della figlia, che diventa una mescolanza di Kirstie e Lydia, lasciando la madre con un dubbio atroce e un desiderio irrealizzabile di vincere la depressione che riemerge dal passato e che ancora si avvinghia a lei. E poi cominciano gli atti di "bullismo" alla nuova scuola della gemella viva, che manifesta comportamenti folli (come parlare alla sorella morta), con la conseguenza del terrore degli agli bambini, che la trattano come se fosse un mostro, addirittura un fantasma...La crudeltà dei bambini in questo libro mi ha sconvolta, è davvero sorprendente come un essere così innocente possa essere anche così crudele nella sua sincerità. Questo aspetto si presenta in Emily, una bambina invitata all'isola da Sarah, nella speranza che sua figlia riesca a fare amicizia. Vorrei evitare troppi spoiler quindi mi fermo qui, ma se decidete di leggere il libro lo saprete.In ogni caso, il libro è stato scritto con una cura ammirevole. Alla fine del libro, ogni tassello è ricondotto alla sua giusta posizione; ma non in quel modo in cui tutti i thriller mediocri terminano. Questo è una perla in un oceano di idee. Il modo in cui tutto si svela e le ultime vicende narrate si svolgono... è unico. Non so come descriverlo, ma è una sensazione del tutto diversa dal semplice "ah, non avrei proprio immaginato che sarebbe andato a finire così!", è qualcosa di superiore e che ti lascia un vuoto dentro, che ti abbandona con la stessa angoscia di quando hai cominciato il libro. Con uno stile ricco e fluido di uno scrittore che interpreta impeccabilmente i panni di una madre in lutto, una trama avvincente e un finale sconvolgente... questo romanzo è definibile il caso editoriale dell'anno. Mi ha travolta come l'alta marea scozzese sull'isola di Torran.

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Allora, cosa ne pensate? A me è piaciuto davvero tanto, lo consiglio molto a qualsiasi lettore. Come al solito, fatemi sapere cosa ne pensate :)Alla prossima,
Inkworld

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